Gibus di Carlo Franzini (Saturnino)

Carlo Franzini (Saturnino)

(Milano, 21 aprile 1923 – gennaio 2003)

Pittore eclettico, milanese da otto generazioni, era stato allievo di Aldo Carpi, a Brera. Nel 1950 si era trasferito a Parigi dove aveva conosciuto Matisse e Picasso. Per mantenersi dipinse quadri per il Moulin Rouge e, possedendo una bella voce, cantò romanze nei locali pubblici. Tornato in Italia s’iscrisse al Conservatorio per trasformare la passione per la lirica in un impegno professionale. Vinse un “Concorso nazionale delle giovani voci” e debuttò al “Nuovo” di Milano nella “Madama Butterfly”. In seguito, fu chiamato da Gavazzeni, De Sabata, Gui, Von Matacic ed ebbe la possibilità di essere in scena al fianco dei miti della lirica, come Renata Tebaldi e Maria Callas.

La sua foto apparve, però, su tutti i giornali nel 1972 in pagine diverse da quella degli spettacoli. Non per un acuto, ma per uno schiaffo, quello inferto, dopo uno scambio di insulti, al maestro concertatore l’11 febbraio durante le prove dell’opera “Mavra” di Strawinsky al Teatro di San Carlo. Ne seguì un processo penale davanti al pretore Corrado Caristo che condannò Franzini a 30 mila lire di multa per il reato di percosse (pena sospesa e non iscrizione nel casellario giudiziale) ma lo assolse dall’imputazione di ingiurie per l’esimente della provocazione. Nella sentenza, il magistrato scrisse “Franzini a buon diritto è da ritenersi uno dei più richiesti interpreti dell’opera di Strawinsky”. L‘artista cantò e dipinse anche per due papi, Giovanni XXIII e Paolo VI. Al Giornale del Popolo, in un’intervista del 4 gennaio 1984 a proposito del suo ritiro dalle scene, raccontò: “tornando alla pittura è ricominciata per me una seconda vita, non riesco a dipingere se non ascoltando musica classica; e il mio atelier si chiama “la bohème”.

Aveva studio e casa in piazza del Duomo a Milano. Allestì diverse “personali”, spesso, in bar e osterie, ma nel 1975 una sua mostra venne ospitata nella sala delle Cariatidi a Palazzo Reale di Milano dal 23 luglio al 7 settembre 1975. Olii, acquerelli, pastelli, tempere, qualunque fosse la tecnica scelta, egli riusciva sempre a dare ai suoi soggetti quel tocco di colore che lo contraddistinse in ogni sua opera. Morì nel febbraio del 2003.