(Vallo della Lucania, 28 agosto 1878 – Napoli, 28 febbraio 1956)
Il pittore cilentano studiò all'Accademia delle Belle Arti, dove fu allievo di Domenico Morelli, Filippo Palizzi e Michele Cammarano Per Francesco Amorelli (autore di una sua biografia) la sua è una di quelle “personalità artistiche poco note al grande pubblico e spesso ignorate dalla critica", ma di notevole spessore. Gran parte della sua produzione si conserva nella quadreria del Circolo Artistico e Politecnico di Napoli. Non a caso, nel palazzo del Cardinale Zapata (dov’è il Circolo), c’era il museo storico di Giuseppe Caravita Principe di Sirignano, grande collezionista di pitture e sculture risalenti all'Ottocento e Novecento napoletano e primo presidente di quel sodalizio.
Una delle opere più famose donate da Passaro al Circolo Artistico, del quale fu tra i fondatori, è “Convito dei cardinali” (ne scrisse Il Mattino” del 7 marzo 1933), che illustrava la falsa baruffa avvenuta tra due soci, De Notaristefani e Gaudais, terminata con un banchetto. Nel dipinto sono, infatti, immortalati alcuni artisti (chi in abiti cardinalizi, chi di cuoco e chi di frate) ed è riproposta con estrema precisione la sala con le sovrapporte di Luca Postiglione e di Francesco Galante. La famiglia, la casa, la ritrattistica, le nature morte, la religione e gli eventi storici furono i soggetti dell'arte pittorica del Passaro, che per questo fu definito “poeta della casa”, “pittore dell’intimità”. I suoi tratti, attenti al particolare, come se lavorasse su miniature, risaltano per i colori; le sue figure femminili sono rese con estrema dolcezza.