(Modena, 22 agosto 1885 - Lerici, 2 agosto 1957)
Nato in un'agiata famiglia di mugnai del Modenese manifestò, sin da piccolo, talento nel disegno dal vero, probabilmente ispirato dall’infanzia vissuta a contatto con la natura. Da Salvatore Postiglione fu indirizzato all’Accademia di Belle Arti di Modena.
Nella sua attività artistica privilegiò la tecnica dell’acquaforte e la scultura ma si dedicò anche con risultati notevoli, per immediatezza espressiva, alla pittura cosiddetta di cavalletto. Fu con le acqueforti che riscosse i successi maggiori; basti citare “L’abside del Duomo di Modena” e il “Ponte dei sospiri” che furono apprezzate all’Esposizione dell’Incisione Italiana a Londa nel 1916. “L’abside del Duomo di Modena” è conservato tuttora in un museo di Tokio, mentre il “Ponte dei sospiri” fu acquistata dal Museo statale di Venezia. Magnavacca partecipò nei primi decenni del secolo a numerose mostre nazionali e straniere. Fu ripetutamente presente alla Biennale di Venezia (espose nelle sale del bianco e nero e due volte nella sala internazionale). Nel 1920 presentò due acqueforti: “Tristi ricordi” e “Torre dell'abbazia”; poi “Aratura” e “Lavandaie” nel 1922, “Il falciatore” nel 1924, “Portale maggiore della cattedrale di Modena” nel 1926 e, infine, “Per il pane”, “Suol d'Italia”, “Amalfi” e “Verecondo viaggio” nel 1930. Spesso, non indicava sulle opere la data, un’omissione che ha reso difficile ai critici d’arte ricostruire una precisa cronologia.
Un articolo della “Gazzetta di Modena” del dicembre 1947 annoverò Magnavacca tra gli artisti iscritti al Gruppo neoromantico modenese che prese parte alla mostra allestita presso la Casa dello Studente. Nella saletta degli Amici dell'arte, nel 1949, gli fu dedicata una personale. Il 2 agosto 1957 morì a Lerici, dove aveva trascorso lunghi periodi. Nel maggio dell'anno seguente la città natale gli dedicò una mostra. La sua vita è stata anche ispiratrice di un libro: “Armonie del ritorno. Biografia romanzata del pittore Ubaldo Magnavacca”, pubblicato nel 2005 da Mursia e realizzato da Giovanni Biglino.